Purtroppo, e sottolineo purtroppo, un ragazzo, ricercatore,
studente, giornalista, componente dei servizi segreti o qualunque altra cosa
sia stato, è stato ucciso in Egitto, ad Il Cairo.
Tralasciando la sua
professione ed il motivo (principale o subordinato) per cui si trovasse lì,
tralasciando anche il suo nome per rispetto di fronte alla morte
(ingiustificata) di un qualsiasi essere umano, questo qui ha avuto altresì la
sfortuna di essere italiano.
Perché sfortuna?
Perché non si scoprirà mai il
colpevole né la dinamica né le ragioni che hanno portato alla sua uccisione. In
altri termini, non avrà giustizia.
Per un po’ si parlerà di servizi segreti egiziani, poi della
polizia, poi si avvalorerà l’idea di un fantomatico incidente stradale o di
un’invasione aliena. Alla fine tutto sarà silenziato, sarà coperto da sabbia
desertica e sarà dimenticato per qualche altro scandalo che, ciclicamente e
pacificamente sconvolgerà le nostre opinione già labili di loro.
Chiaro, oggi il Governo fa la voce grossa. Pretende verità e
chiarezza. Manderà pure i nostri investigatori in Egitto, disposti e preparati
a tutto pur di avere verità e giustizia in tempi brevi. Lo ha affermato il Ministro della Giustizia Orlando. Lo ha ribadito il Ministro dell’Interno
Alfano. Sul ministro degli esteri Gentiloni stendo un velo pietoso dato che, lo
sappiamo tutti, l’Italia è sguarnita di una qualunque parvenza di diplomazia
estera o di autorevolezza in campo internazionale.
Giustizia e verità subito.
Come no!
Facciamo finta però di dimenticare che noi siamo quel paese (la minuscola
è voluta!) in cui non si è riusciti a capire chi (il perché si sa..) ha deciso
di coprire le statue artistiche durante la visita di un capo iraniano nè chi le
ha materialmente coperte. Siamo quel paese che non ha mai diffuso (ufficialmente)
la verità su Ustica; quel paese che non si è fatto giustizia per i morti del
Cermis né per Calipari. Siamo quel paese che da anni lascia i Marò in India
senza batter ciglio.
E siamo inoltre quel paese i cui investigatori sbagliano
tutto ciò che si può sbagliare (e anche quello che non si può sbagliare) nelle
indagini per l’omicidio di Meredith Kercher in modo che la Corte di Cassazione ha gioco facile
nell’assolvere un’americana (e di converso il di lei fidanzatino); siamo quel
paese i cui investigatori dopo 30 anni scoprono che forse ad ammazzare una
ragazza era stato un suo amico/spasimante; siamo un paese i cui investigatori
dopo decenni su via Poma accusano a destra e a manca che tanto prima o poi
qualcuno lo beccano.
Ah, dimenticavo, siamo un paese che conosce il nome di un
terrorista/pluriassassino (tale Battisti) ed ha la grande autorevolezza
politica internazionale da permettere a qualsiasi Paese estero di negare
l’estradizione e consentire al
terrorista di far la bella vita.
Ora però, si.. chiaro.. avremo verità e giustizia in tempi
brevissimi!
Come no!!
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